Nello sviluppo software moderno, i concetti di entity, DTO (Data Transfer Object) e model sono diventati parte integrante del vocabolario di ogni sviluppatore. Che si lavori con .NET, Java, PHP o qualsiasi altro linguaggio, prima o poi ci si imbatte in questi termini e si cerca di applicarli al proprio codice, spesso seguendo le “best practice” e i design pattern più diffusi.

Ma quando ci si trova di fronte a un’applicazione complessa, sorge spesso un dilemma: quale di questi concetti utilizzare per rappresentare i dati? E soprattutto, sono davvero necessari tutti e tre?

L’Architettura a tre livelli

L’approccio tradizionale all’architettura del software prevede una separazione delle responsabilità in tre livelli distinti:

  1. Entity: Queste classi mappano direttamente le tabelle del database. Ogni proprietà della classe corrisponde a una colonna della tabella associata. Le entity sono responsabili della persistenza dei dati e vengono solitamente gestite da un framework di Object-Relational Mapping (ORM).
  2. DTO (Data Transfer Object): Questi oggetti trasferiscono i dati tra i diversi strati dell’applicazione o attraverso API. I DTO contengono solo le proprietà necessarie per la comunicazione, senza alcuna logica di business. Vengono utilizzati per disaccoppiare il modello di dominio dalle esigenze specifiche di trasferimento dati.
  3. Model: Queste classi rappresentano i concetti chiave del dominio applicativo e incapsulano la logica di business. I model contengono sia i dati che i comportamenti associati a un’entità del dominio.

Questa separazione offre diversi vantaggi. Promuove una chiara divisione delle responsabilità, rendendo il codice più modulare e manutenibile. Ogni componente ha un ruolo ben definito e può essere sviluppato e testato in modo indipendente. Inoltre, l’uso di DTO permette di disaccoppiare il modello di dominio dai dettagli di comunicazione, rendendo l’applicazione più flessibile ai cambiamenti.

Le sfide dell’architettura a tre livelli

Nonostante i suoi vantaggi, l’architettura a tre livelli può portare anche a alcune sfide:

  1. Aumento della complessità: Avere tre classi distinte per ogni concetto del dominio può rapidamente portare a un proliferare di classi e interfacce. Gli sviluppatori possono trovarsi a dedicare più tempo a decidere dove collocare ogni proprietà che a scrivere la logica di business.
  2. Duplicazione del codice: Ogni modifica al modello di dominio richiede spesso interventi su più classi. Se si aggiunge una proprietà a un model, potrebbe essere necessario aggiungerla anche alla corrispondente entity e al DTO, con il rischio di inconsistenze.
  3. Overhead per applicazioni semplici: Per applicazioni più piccole o meno complesse, l’overhead di un’architettura a tre livelli potrebbe superare i benefici.

Inoltre, l’uso di DTO e model può introdurre la necessità di strumenti aggiuntivi come AutoMapper per gestire la mappatura tra le diverse rappresentazioni dei dati. Sebbene questi strumenti possano semplificare il processo, introducono anche una complessità e una dipendenza aggiuntive nel progetto.

Un approccio semplificato: Entity e Model

In molti casi, è possibile semplificare l’architettura utilizzando solo entity e model, sfruttando gli attributi di serializzazione quando necessario per controllare cosa viene esposto attraverso le API.

public class ProductEntity
{
    public int Id { get; set; }
    public string Name { get; set; }
    public string Description { get; set; }
    public decimal Price { get; set; }
}

public class ProductModel
{
    public int Id { get; set; }
    public string Name { get; set; }
    public string Description { get; set; }
    public decimal Price { get; set; }

    [JsonIgnore]
    public int StockQuantity { get; set; }

    public bool IsAvailable() => StockQuantity > 0;
}

In questo esempio, ProductEntity mappa direttamente la tabella del database, mentre ProductModel contiene sia i dati che la logica di business. Quando serve esporre il prodotto via API, si usa il model ProductModel, con la proprietà StockQuantity annotata con [JsonIgnore] per escluderla dalla serializzazione.

Questo approccio semplificato offre diversi benefici:

  1. Riduce la complessità del codice, eliminando un’intera categoria di classi (i DTO).
  2. Evita la duplicazione di codice e il rischio di inconsistenze tra DTO e model.
  3. Rende il codice più facile da capire e manutenere, poiché tutto ciò che riguarda un concetto di dominio è contenuto in un’unica classe.

Quando usare ancora i DTO

Ci sono situazioni in cui i DTO possono essere ancora utili o necessari:

  1. Quando l’API richiede una struttura dati molto diversa da quella del dominio.
  2. Quando è necessario un disaccoppiamento completo tra il modello di dominio e il formato di trasferimento dati.
  3. In architetture molto grandi e complesse, dove una separazione netta delle responsabilità è essenziale per la manutenibilità a lungo termine.

Conclusione

L’architettura a tre livelli, con entity, DTO e model, offre una chiara separazione delle responsabilità, ma può anche introdurre complessità e overhead di manutenzione non necessari in molti progetti.

Un approccio semplificato, che utilizza solo entity e model, può portare a un codice più snello, leggibile e facile da mantenere, pur fornendo la maggior parte dei benefici di un’architettura stratificata.

La chiave è valutare le esigenze specifiche del progetto e scegliere l’architettura più adatta, evitando di introdurre complessità non necessarie. Prima di aggiungere un livello di DTO, è bene valutare se i benefici giustificano i costi.

L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di scrivere codice pulito, ben strutturato e facile da mantenere, abbracciando il principio KISS (Keep It Simple, Stupid) per un software più robusto ed efficace.

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